LA BADIAZZA
La Chiesa di Santa Maria della Valle, comunemente nota come “Badiazza“, è uno dei monumenti più affascinanti e storicamente significativi di Messina. Situata a circa 10 km dal centro città , si trova fuori dal centro abitato, ai piedi del Colli San Rizzo. Questa struttura rappresenta un esempio di architettura medievale in Sicilia, con influenze normanne, bizantine e gotiche. Oggi rimane l’unica parte sopravvissuta di un monastero femminile sulla cui storia e, soprattutto, appartenenza all’Ordine di Cîteaux gli studiosi non concordano.
Da un punto di vista turistico questo sito storico meriterebbe d’essere maggiormente valorizzato. Purtroppo non è considerato un punto di interesse primario, e nemmeno molti abitanti di Messina hanno mai visitato questa meraviglia. Il sito è immerso nella natura, è dovrebbe essere uno di quei luoghi di riferimento per chi vuole scoprire le radici e le bellezze nascoste della città .
Questo edificio ha un aspetto particolare, somiglia più ad un elegante palazzo medievale fortificato che ad una chiesa. Malgrado i numerosi interventi, dovuti alle ristrutturazioni e ripristino delle parti pericolanti e erose dal tempo, non è stata intaccata la sua incantevole monumentalità .
Storia
Le origini della Badiazza sono avvolte da una certa incertezza storica. Diverse fonti offrono interpretazioni variegate sulla sua fondazione e sulla natura della comunità monastica che vi risiedeva. Le sue origini risalirebbero al 1088 (data presente sul sito del Comune Messina). Il monastero fu gestito inizialmente dalle monache dell’Ordine basiliano durante l’epoca bizantina. Successivamente passò sotto l’Ordine cistercense e infine sotto l’Ordine benedettino, in epoca normanna. La chiesa sembra essere una originale trasformazione di un nucleo più antico a pianta centrica. Nel XIII secolo vennero aggiunte le navate e, dopo l’incendio provocato dalle truppe angioine durante la rivoluzione dei Vespri Siciliani, furono aggiunte volte costolonate nel XIV secolo.
Alcune fonti indicano che la comunità monastica fosse benedettina, istituita tra la fine dell’XI e la prima metà del XII secolo, forse dai Normanni. Altre fonti, invece, la identificano come cistercense, fondata tra il 1133 e il 1168 o all’inizio del 1200. Verosimilmente, le monache seguirono inizialmente la Regola di San Benedetto, per poi aderire alla riforma cistercense. L’abbazia raggiunse questo status solo nel XIII secolo, quando il Generale di Cîteaux iniziò a includere ufficialmente conventi femminili sotto la sua giurisdizione, anche se molti di essi rimasero sotto l’autorità della diocesi.
La storia della Badiazza è caratterizzata da diverse fasi di sviluppo e cambiamenti. Durante la prima metà del XIII secolo, la chiesa originaria fu oggetto di un significativo ampliamento ed il monastero assunse il nome Santa Maria della Scala. Un incendio nel 1282 causò danni considerevoli al complesso abbaziale. Agli inizi del XIV secolo, la struttura fu restaurata e arricchita con nuove decorazioni. Le nobili fanciulle di Messina venivano spesso mandate qui per la loro educazione e formazione spirituale.





La data precisa dell’abbandono del complesso da parte delle religiose è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Le ipotesi variano considerevolmente:
- Alcuni collocano l’abbandono alla fine del XIII secolo.
- Altri lo datano alla metà del XIV secolo.
- Una terza corrente lo posiziona all’inizio del XVI secolo.
Indipendentemente dalla data esatta, è certo che l’abbazia cadde in uno stato di rovina poco dopo il suo abbandono. Le frequenti alluvioni del torrente Giostra e le incursioni dei pirati resero la zona pericolosa, portando al progressivo abbandono della struttura. Le monache furono trasferite in un nuovo convento all’interno della città di Messina.
Oggi, dell’antico complesso monastico sopravvive unicamente la struttura della chiesa.
Architettura
La Badiazza presenta una struttura architettonica unica, che riflette le diverse influenze culturali presenti in Sicilia nel Medioevo.
Esterno
- La facciata principale è caratterizzata da un portale ad arco a sesto acuto, tipico dell’architettura gotica.
- Il prospetto esterno presenta una combinazione di elementi normanni e gotici, con finestre bifore e monofore.
Interno
- La pianta della chiesa è a croce latina, con tre navate separate da colonne in granito.
- L’abside principale e le due absidi laterali mostrano chiari elementi dell’architettura bizantina.
- Il transetto e la cupola centrale rappresentano un esempio di transizione tra lo stile normanno e quello gotico.
Elementi decorativi
- Nonostante i secoli di abbandono, sono ancora visibili tracce di affreschi e decorazioni scultoree.
- I capitelli delle colonne presentano motivi vegetali e zoomorfi tipici dell’arte romanica.
Significato storico e culturale
La Badiazza rappresenta un importante testimonianza della storia medievale di Messina:
- Sintesi culturale: La sua architettura riflette la fusione di diverse culture (normanna, bizantina, araba e gotica) che hanno caratterizzato la Sicilia medievale.
- Ruolo sociale: Come monastero femminile, ha svolto un ruolo cruciale nell’educazione e nella vita spirituale dell’aristocrazia messinese.
- Evoluzione architettonica: La struttura mostra il passaggio dagli stili romanico e bizantino a quello gotico, testimoniando l’evoluzione dell’architettura siciliana.
Stato attuale e conservazione
Oggi, la Badiazza si presenta come una suggestiva rovina, oggetto di grande interesse storico e turistico. La struttura è stata parzialmente restaurata nel XX secolo per prevenire ulteriori crolli. Nonostante i danni causati dal tempo e dall’abbandono, gran parte della struttura originale è ancora in piedi. Il sito è aperto e visitabile.
Leggende e tradizioni
Intorno alla Badiazza sono fiorite numerose leggende:
- Si narra che nei sotterranei della chiesa siano nascosti tesori mai ritrovati.
- Alcune storie parlano di fantasmi di monache che si aggirerebbero tra le rovine nelle notti di luna piena.
Luogo
Superata la chiesa medievale, si imbocca una stradina che conduce in un vallone. Dopo aver raggiunto un’alta brigata di contenimento, si inizia il sentiero che, con tornanti, risale il vallone fino a una antica mulattiera. Questa attraversa una ripida e pittoresca pineta, con un ricco sottobosco di erica e corbezzolo. Lungo il percorso, si possono osservare muretti a secco che proteggono l’antico cammino, il quale, con tornanti, scorre attraverso un piccolo corridoio naturale, con tratti a volte scavati nella roccia. Salendo, il panorama si apre gradualmente sulla vallata. Durante il periodo piovoso, il sentiero si trasforma in una suggestiva cascatella.